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Alla morte della regina Elisabetta II, scatta l’operazione ‘London Bridge’ che pianifica in dettaglio come dovranno procedere la famiglia reale, le istituzioni, il corpo diplomatico, le forze armate e persino la Bbc. Il piano dal nome in codice, risalente agli Anni ’60, è stato svelato nel 2017 dal Guardian.
Elisabetta II è la monarca più longeva della storia del Paese e la sua dipartita è un tema dibattuto da anni. Il piano indica dettagliatamente le misure da mettere in atto fin dalla possibile malattia della monarca: in caso di breve decorso, nella fase terminale è il medico personale ad avere accesso alla sua stanza per redigere i bollettini e tenere i contatti con l’esterno.
Nell’era di Internet è praticamente impossibile ritardare l’annuncio del decesso come avvenne per re Giorgio V nel 1936, quando il medico gli iniettò 750 milligrammi di morfina e un grammo di cocaina in un orario che consentisse al Times di riportare la notizia nell’edizione dell’indomani. A comunicare il decesso al primo ministro britannico sarà il segretario privato di Elisabetta, e subito dopo verranno avvertiti i 15 governi dei Paesi di cui Elisabetta è capo di Stato e degli altri 36 Paesi del Commonwealth (frase in codice “London Bridge is down”).
Un altro canale usato per informare è la Bbc che ha una sua procedura (chiamata Rats) su come comunicare il decesso della sovrana: trasmissioni interrotte e riprese con la frase “This is the Bbc from London”, prima dell’annuncio. L’operazione “London Bridge” segue quelle gia’ predisposte per Giorgio VI (nome in codice era “Hyde Park Corner”) e per la Regina Madre Elizabeth (“Tay Bridge”, poi usato per lady Diana).
All’annuncio della morte della regina, sui cancelli di Buckingham Palace verrà immediatamente affisso il messaggio a lutto mentre il sito web del Palazzo diventerà una singola pagina nera con lo stesso testo sullo sfondo. Listato a lutto anche il sito del governo e dei vari ministeri, i nuovi contenuti non urgenti non verranno pubblicati, espressamente vietati i retweet se non autorizzati dal responsabile della comunicazione.
Secondo quanto riportato da Politico, le sedute del Parlamento a Londra e di quelli in Scozia, Galles e Irlanda del Nord verranno sospese e aggiornate. Le bandiere di Whitehall verranno ammainate a mezz’asta: l’auspicio è che l’operazione riesca nel giro di dieci minuti ma in passato sono stati sollevati dubbi all’interno dell’amministrazione che ci si riesca. Entro 24 ore dalla morte della regina verrà convocato l’Accession Council al St James’s Palace per proclamare ufficialmente il suo decesso e l’ascesa al trono del successore.
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Il premier sarà il primo a fare una dichiarazione pubblica, mentre il ministero della Difesa si occuperà di far risuonare i cannoni a salve nelle varie postazioni in tutto il Regno Unito, da Hyde Park a Londra al castello di Edimburgo in Scozia, a Cardiff in Galles fino al castello di Hillsborough in Irlanda del Nord. Se la regina muore a Balmoral, verrà attivata l’operazione Unicorn che prevede l’esposizione della salma all’Holyrood Palace e poi alla Cattedrale di St Giles. Di li’ la bara sara’ caricata sul treno reale alla stazione di Waverley e quindi riportata a Londra per i funerali di Stato che si terranno a Westminster Abbey probabilmente dieci giorni dopo.
Prima delle esequie, la salma verrà esposta su un catafalco al centro della Westminster Hall per tre giorni, sala aperta al pubblico per 23 ore al giorno con biglietti con un orario predefinito per i ‘vip’. Nel mentre, i vari ministeri saranno alle prese con l’immensa mole di lavoro che l’organizzazione del funerale richiede, dai trasporti sotto stress per il gran numero di sudditi che vorrà assistere, al Foreign Office che dovrà gestire gli arrivi dall’estero delle personalità. Il giorno del funerale sarà ‘cordoglio nazionale’ e in tutto il Regno Unito verranno rispettati due minuti di silenzio. La bara verrà quindi trasportata al castello di Windsor dove Elisabetta II verrà sepolta nella King George VI Memorial Chapel accanto al principe Filippo.